La lapide della madre di Elvis di cui si era persa traccia rivela le origini di The King

Anno 2018: in una notte decisamente speciale, si è tenuta una veglia a lume di candela a Graceland, l'iconico museo di Elvis Presley, per l'anniversario della morte di sua madre Gladys. Gli appassionati presenti alla cerimonia sono stati i primi ad assistere alla restituzione di qualcosa assente da decenni al Meditation Garden: la lapide originale di Gladys. Questo avvenimento ha anche confermato pubblicamente un dettaglio poco noto sulle origini di The King.

L'amore dei genitori

Gladys e Vernon Presley erano chiaramente molto orgogliosi del loro figlio. Nel 1978, dopo la tragica scomparsa di Elvis, il padre rilasciò una sincera intervista alla rivista Good Housekeeping, in cui rivelò: "Il mio amore per mio figlio era iniziato ancora prima del giorno della sua nascita, l'8 gennaio 1935. A quel tempo quasi nessuno era più povero di me e di mia moglie Gladys".

Un bambino molto speciale

"Ma eravamo comunque entusiasti ed emozionati quando abbiamo avuto la conferma che saremmo diventati genitori", ha continuato Vernon. Durante i primi anni di vita di Elvis, il padre era già sicuro che suo figlio fosse destinato a raggiungere grandi obiettivi. Vernon ha infatti dichiarato: "Si sono verificati alcuni avvenimenti… e mi hanno convinto che Dio aveva concesso a me e a mia moglie un bambino molto speciale, per il quale aveva in serbo dei piani unici".

Un forte legame

Anche il legame di Elvis con la madre era particolarmente forte. Vernon ha rivelato: "Elvis è sempre stato molto legato a sua madre. Si rivolgeva a lei con un nomignolo, ‘Baby’". Quando lei morì, ancora troppo giovane, Elvis commissionò una lapide decorata. Il disegno indicava le radici della famiglia della madre – rivelando un dettaglio sconosciuto ai più sulle origini di The King.

La più turbolenta città a nord del Mississippi

L'uomo destinato a diventare uno dei musicisti più iconici di tutti i tempi nacque l'8 gennaio 1935 a East Tupelo, nel Mississippi. A quel tempo, la città natale di Elvis era stata soprannominata "la città più turbolenta a nord del Mississippi". La famiglia viveva in una povera casa costituita da due stanze e costruita da Vernon, insieme allo zio e al nonno. Queste abitazioni erano comunemente conosciute come "shotgun houses".

Crescere in povertà

Gli Stati Uniti erano nel bel mezzo della Grande Depressione quando nacque Elvis. Vernon e Gladys si trovavano, come molti altri americani, in uno stato di assoluta povertà. Molti fan sono ancora oggi convinti che Elvis abbia vissuto per tutta l'infanzia in quella catapecchia, ma in realtà non è così. Secondo Mississippi HistoryNow, la famiglia Presley perse quella casa nel 1938, quando Elvis aveva solo tre anni.

Vernon in prigione

Elvis e Gladys furono costretti a trasferirsi da alcuni parenti a Tupelo quando Vernon finì in prigione per aver falsificato un assegno del valore di 4 dollari, trasformandolo in 40. Scontò otto mesi di carcere e, come rivelato da uno dei cugini di Elvis, il ragazzo piangeva spesso sulla veranda pensando al padre. Dopo il suo rilascio, la famiglia fu costretta a passare di affitto in affitto, perché non poteva permettersi di comprare un'altra casa.

“Assembly of God Church”

Nonostante questa esistenza in stile nomade, una costante era presente nella vita della famiglia: la religione. I genitori di Elvis si erano conosciuti alla “Assembly of God Church” e continuarono a portarvi il figlio regolarmente. La musica suonata in chiesa interessava il ragazzo e fu proprio uno dei preti a dare a Elvis la prima lezione di chitarra.

‘Old Shep’

Il palcoscenico cominciò presto a ospitare il giovane Elvis. All'età di dieci anni partecipò a un concorso di talenti alla fiera del Mississippi-Alabama – cantando "Old Shep" alle centinaia di persone presenti. Secondo Mississippi HistoryNow, si classificò in un sorprendente quinto posto. L'anno successivo aveva desiderato ricevere una bicicletta come regalo, ma Gladys lo convinse a scegliere una chitarra. A quanto pare, la iperprotettiva mamma temeva si potesse far male andando in bicicletta.

Benvenuti a Memphis, Tennessee

Senza dubbio fu un acquisto decisamente ispirato. Elvis portava la chitarra sempre con sé, un aspetto chiave quando nel 1948 la famiglia si trasferì a Memphis, nel Tennessee. Elvis si trovava all’improvviso in uno dei principali centri della musica statunitense e si immerse nella scena. Strinse subito amicizia con altri giovani della città immersi nel mondo della musica ed era noto per portare sempre con sé la sua chitarra, anche a scuola.

Il primo disco

Dopo aver conseguito il diploma, Mississippi HistoryNow ci racconta come un diciottenne Elvis pagò 3,95 dollari per incidere un disco al Memphis Recording Service, sede della Sun Records. Il suo esordio non attirò l’attenzione all'interno dell'azienda, così Elvis tornò l'anno successivo per inciderne un altro. Il secondo disco ebbe invece un certo successo ed era destinato a cambiare la sua vita per sempre.

Senza perdere un solo minuto

Marion Keisker – assistente di Sam Phillips, capo della Sun Records – telefonò a Elvis il 26 giugno 1954. Sempre secondo Mississippi HistoryNow, avevano ascoltato il disco e volevano sapere se poteva presentarsi in studio entro le 15. Il futuro Re del Rock n' Roll avrebbe poi ricordato scherzosamente: "Ero già lì quando ha riattaccato il telefono".

‘That’s All Right’

Dopo un inizio non convincente in studio, Elvis riuscì a trovare qualcosa in grado di attirare l’attenzione di Phillips. Gli fece ascoltare una versione accelerata di "That's All Right" di Arthur "Big Boy" Crudup, destinata a divenire il suo primo singolo. A soli 19 anni Elvis aveva conquistato la scena, e il singolo si vendette a macchia d'olio in tutta la nazione. Era nata una leggenda.

Elvis e Vernon a stretto contatto

Mentre una nuova stella americana stava nascendo, Elvis rimase vicino ai suoi genitori. Vivevano con lui a Graceland, e Vernon partecipava attivamente alla carriera del figlio – occupandosi delle finanze e accompagnandolo in tournée. Vernon partecipò in seguito come comparsa in alcuni film del figlio, come Live A Little, Love A Little.

Il cocco di mamma

Anche se Vernon era sempre presente nel lato commerciale della vita di Elvis, The King era decisamente più legato a Gladys, la quale rimaneva quasi sempre a casa. Sin dall'infanzia Elvis era stato vittima di bullismo da parte dei compagni di classe perché lo consideravano un "mammone". Come riporta il Daily Express, una volta disse a un intervistatore: "Mia madre non mi perdeva mai di vista. Non potevo andare al torrente assieme agli altri bambini".

La salute di Gladys peggiora

Gladys sembrò accettare con difficoltà il successo sempre più grande del suo unico figlio. Beveva molto e per questo motivo ebbe problemi al fegato. Nel 1958, quando Elvis si presentò in Germania dopo essere stato arruolato dall'esercito americano, Gladys contrasse l'epatite. Il cantante rock ottenne un congedo d'emergenza per tornare a casa a trovare l'amata madre malata.

“Non ho mai visto nessuno triste come Elvis".

Elvis giunse a Memphis il 12 agosto 1958 e Gladys morì purtroppo appena due giorni dopo, quando il suo cuore cedette. La sua tragica morte a soli 46 anni lasciò Elvis nella più totale disperazione. In Careless Love: The Unmaking of Elvis Presley, l'amica di The King, Judy Spreckels ha rivelato: "Non ho mai visto nessuno così triste come lo era Elvis".

“Piangeva, piangeva e piangeva ancora".

"Elvis piangeva continuamente", ha continuato Spreckels. "Eravamo nella sala d'ingresso a Graceland e rimase abbracciato a me per mezz'ora. Piangeva, piangeva e piangeva ancora. Era la scena più triste da me mai vista". Secondo il Daily Express, Elvis e Vernon desideravano così tanto di mantenere vivo il ricordo di Gladys, da rifiutare persino di disfarsi di un pezzo di finestra rotta da lei toccato dopo esserci caduta dentro.

‘Sunshine of Our Home’

Gladys venne sepolta nel cimitero Forest Hill di Memphis nel 1958, con la lapide ornata da una croce cristiana. Sei anni dopo, The King decise di sostituirla con una di sua ideazione, in cui ribattezzava sua madre "Sunshine of Our Home". Diciannove anni dopo Elvis morì tragicamente all'età di 42 anni, e venne sepolto accanto alla madre nel cimitero pubblico.

La lapide venne traseferita in magazzino

Ignobilmente, ladri di tombe tentarono di rubare il corpo di Elvis. Vernon decise quindi di trasferire la moglie e il figlio a Graceland, dove furono sepolti nel Meditation Garden. Proprio in quel momento la lapide di Gladys venne messa in un magazzino, dove sarebbe rimasta per molto tempo.

E ritorna 41 anni dopo

Solo nel 2018 la lapide originale della tomba di Gladys è stata recuperata e nuovamente esposta. Per i precedenti 41 anni era rimasta in un enorme magazzino, insieme ad altri 1,5 milioni di oggetti associati al Re del Rock n' Roll. Questo genere di notizie vengono solitamente molto pubblicizzate, ma Angie Marchese, vicepresidente degli archivi e delle mostre di Graceland, decise altrimenti.

Un modo di onorare la memoria di Gladys

"Abbiamo deciso di non dargli troppa esposizione", ha dichiarato Marchese al giornale Memphis Commercial Appeal nel 2018. "Era pensato solamente per onorare la mamma di Elvis e per realizzare quello che consideriamo sarebbe stato il suo desiderio". La lapide è stata infatti riportata alla luce in occasione del 60° anniversario della morte di Gladys.

Un evento straordinario

Perché allora il recupero della lapide ha suscitato tanto clamore nel mondo dei media? Dopo anni di voci, ha finalmente confermato le radici religiose di Elvis. Questa lapide – ideata personalmente da Elvis – presenta una croce, ma anche una stella di David nel suo disegno. A quanto pare, The King aveva radici ebraiche!

Le origini ebraiche di Gladys

Nel corso degli anni le storie sulle origini ebraiche di Elvis si sono susseguite, ma nulla di concreto è mai stato confermato. L'inaugurazione pubblica della lapide di Gladys – con la relativa scritta "Gladys's Jewish heritage" – ha messo fine a tutte le speculazioni una volta per tutte. Secondo il sito web della Jewish Telegraphic Agency, Marchese ha dichiarato: "C’erano molte speculazioni intorno a questa lapide. E la stella ha risposto a molte domande".

Nancy Burdine

Marchese è risalita alle radici ebraiche di Elvis: provengono dalla sua trisavola da parte di madre. Nancy Burdine nacque nel 1826 in Mississippi, discendente di una famiglia ebrea immigrata dalla Lituania all'epoca della rivoluzione americana. La religione sarebbe quindi passata dalla figlia di Nancy, Martha Tackett Mansell, alla figlia di Martha, Octavia Mansell Smith, e infine alla figlia di Octavia, Gladys, secondo la tradizione ebraica.

Origini miste

Anche se non particolarmente conosciute, le origini ebraiche di Elvis non erano neanche state nascoste. Nella biografia Gladys and Elvis del 1985, infatti, la scrittrice Elaine Dundy afferma che una cugina di Elvis le parlò di Nancy Burdine. L'autrice scoprì in effetti una serie di collegamenti molto vari di Elvis, con origini franco-normanne, indiane Cherokee e scozzesi-irlandesi.

L'enigma di Elvis

Nel complesso, l'insolito mix del suo albero genealogico rendeva Elvis ancora più unico. Dundy ha scritto: "Quando si unisce tutto questo con le circostanze di vita, il condizionamento sociale e l'educazione religiosa – in particolare la sua condizione di bianco povero del sud, educato alla First Assembly of God – si ottiene questo enigma chiamato Elvis". Se inoltre si aggiunge il corteggiamento pubblico di Elvis a più religioni, è facile comprendere la confusione dei fan.

La stella di David e le collane Chai

Per esempio, in molte fotografie è possibile vedere Elvis indossare una collana con la stella di David. Il cantante rock mostrava anche una collana tempestata di diamanti, con la parola ebraica Chai, sinonimo di "vita". Secondo quanto riferito, la acquistò un anno prima di morire e occupa un posto d'onore in una teca di Graceland, accanto alle chiavi della sua iconica Cadillac rosa.

“Non voglio rimanere escluso dal paradiso per un cavillo"

Nel 2021 Marchese ha dichiarato al sito web della Jewish Telegraphic Agency il particolare motivo per cui Elvis indossava la stella di David e le collane Chai, assieme a simboli con croci cristiane. Ridendo spiegò: "Spesso faceva una battuta: ‘Non voglio rimanere escluso dal paradiso per un cavillo’". Marchese ha aggiunto: "Voleva coprirsi per bene le spalle".

Ricerca di risposte

Non è dato sapere quando Elvis abbia preso coscienza delle sue radici ebraiche, essendo stato cresciuto nella fede cristiana. Marchese ritiene che, con l'avanzare dell'età e l'insorgere dei problemi di salute, la star abbia deciso di indagare su altre credenze religiose. Ha dichiarato: "Elvis era sempre alla ricerca di risposte sul perché fosse stato predestinato a diventare quello che era".

“Non mi sarei mai aspettato di diventare importante”

Secondo quanto riferito, la fede affascinava e lasciava perplesso Elvis in egual misura. In un'intervista del 1957 alla rivista Photoplay, dichiarò: "Non mi sarei mai aspettato di diventare importante. Forse non lo sono adesso, ma qualsiasi cosa diventerò, lo avrà scelto Dio per me". James Hamill, reverendo della First Assembly of God, ricorda che Elvis gli aveva confessato di essere in difficoltà già nel 1958.

“Il giovane più infelice mai esistito"

Hamill raccontò come Elvis si presentò da lui dopo un sermone di Pasqua e gli disse: "Pastore, sono il giovane più infelice mai esistito. Ho una marea di soldi che non saprò mai come spendere. Ho milioni di fan. Ho amici. Ma sto agendo nel modo in cui mi hai insegnato di non comportarmi, e non compio gli atti che mi hai insegnato a rispettare".

The King amplia le sue vedute

Negli anni '60 Elvis ampliò le sue vedute sulla religione con l'aiuto del suo parrucchiere Larry Geller, affascinato dall'illuminismo. E trasmise questo interesse a The King, secondo il sito web Real Life Stories. Geller passò a Elvis libri su religioni come l'induismo, il cristianesimo e l'ebraismo, oltre a temi come teosofia, meditazione, pensiero new-age e numerologia. Ed Elvis li avrebbe letti tutti!

Perché proprio io?

Nel 2019 Geller è stato intervistato dal sito web Elvis Information Network e ha raccontato di aver introdotto il cantante rock a queste idee. L'autore ha rivelato i dubbi di Elvis: "Perché io? Perché proprio io? Perché sono stato scelto tra milioni e milioni di persone per essere Elvis?". E poi insisteva: "Sono un credente. Credo in Dio. Credo nell'aldilà. Ma voglio sapere perché?".

I più grandi pensatori della storia

Geller ha continuato: "Ho quindi iniziato a portargli dei libri. Su tutte le principali religioni del mondo, libri risalenti a tempi immemorabili. Libri sulle culture orientali e occidentali. Ed Elvis iniziò a leggere i testi di tutti i più grandi pensatori della storia, dei grandi filosofi, e dell'intero spettro della conoscenza umana".

Un avido lettore

"Nel corso degli anni abbiamo accumulato un enorme numero di testi per la biblioteca", ha continuato Geller. "Una parte di essi si trova ancora a Graceland. Molti sono stati portati via. Alcuni sono stati rubati. Io ne ho conservati molti perché ho costruito la sua biblioteca". L'autore ha aggiunto: "Ovunque andasse, portava con sé 200 libri. Elvis leggeva ogni giorno della sua vita. Era un lettore decisamente avido".

Non ha mai cercato di nascondere le sue origini ebraiche

Elvis esplorò le sue radici ebraiche insieme alle altre religioni. È interessante notare come Marchese abbia negato qualsiasi indicazione relativa al tentativo di nascondere le sue origini ebraiche al pubblico. Ha dichiarato: "Non era qualcosa da cui rifuggiva. Si faceva fotografare con quelle collane e per tutta la vita ha realizzato donazioni ai centri della comunità ebraica".

Ha fatto donazioni a molte cause ebraiche

A Graceland è esposta anche una targa relativa a una grossa donazione al Memphis Jewish Community Center. The King avrebbe donato ogni anno almeno 1.000 dollari a circa 50 associazioni di beneficenza ebraiche dell'area di Memphis. Si ritiene inoltre che abbia anche finanziato una serie di corsi di educazione ebraica.

Elvis è cresciuto nella fede ebraica

È interessante notare quindi come Elvis sia cresciuto nell'ambiente dell'ebraismo, anche se sua madre non era praticante. Il cittadino di Memphis Harold Fruchter è apparso in un episodio del podcast della rivista Tablet e ha rivelato che, da adolescente, la sua famiglia era stata amica di quella di Elvis. Il padre di Harold era il rabbino Alfred Fruchter, e la madre era buona amica di Gladys.

‘Shabbos goy’

Harold ha affermato che Elvis, il loro vicino del piano di sotto, a volte fungeva da "Shabbos goy" della famiglia durante il sabato. Si tratta di una persona estranea alla fede, destinata ad aiutare la famiglia svolgendo le mansioni domestiche a loro non permesse in quel giorno. Harold ha però anche ammesso che se suo padre avesse saputo delle origini ebraiche di Elvis, non gli avrebbe mai permesso di svolgere quel ruolo.